mercoledì 4 febbraio 2009

UNA SU DIECI di Enza Panebianco

Riporto qua di seguito, grazie alla sua gentile concessione, un articolo di Enza Panebianco per il blog Femminismo a Sud, che trovo molto interessante per dare un quadro sintetico del problema sociale venuto a galla in questi giorni.
"La scarcerazione dei fiancheggiatori dello stupro di Guidonia induce in polemiche. Corriere, canali Mediaset, RAI2, mostrano le foto di quelli che sono stati rimandati agli arresti domiciliari. Un invito al linciaggio. Vorremmo ora leggere un bell'articolo sul corriere che dice che "arresti domiciliari non è innocenza". Ci piacerebbe tanto ma di sicuro non ci sarà un garantista d'occasione che si ergerà sulla folla per dire "fermi tutti, state prendendo una cantonata".
Nulla si dice della ragazza stuprata a parte che
le battute che costruiscono altra xenofobia. Nulla si dice dei tanti stupri ad opera di italiani, ex fidanzati, familiari, che pure abbiamo segnalato in questi giorni. Parliamo di donne totalmente sole, delle quali nessuno parla e che anzi si stanno in questo momento difendendo da accuse ingiuste a difesa dei loro stupratori. Nulla si dice dello stupratore di capodanno, italiano, che è ai domiciliari, per il quale proprio il corriere ha pubblicato un pezzo d'eccezione a salvaguardia dei suoi arresti casalinghi, con gli amici e i fun che usano striscioni per appoggiarlo e inneggiare allo stupro, assieme al clan che lo supporta immancabilmente su Facebook.
Se di romeni si tratta invece si tira fuori un'altra categoria misogina: Libero scopre persino che a realizzare le due scarcerazioni (dell'italiano e dei rumeni fiancheggiatori) sarebbero state due giudici donne che
non "hanno le palle".
Nella polemica costruita ad arte sulla pelle delle donne si dimenticano fatti che stanno accadendo in questi giorni di una gravità inaudita. Stupri all'umanità:
- un immigrato indiano è stato
picchiato e bruciato nella stazione ferroviaria di Nettuno (Roma) da ragazzi "normali" in cerca di emozioni forti (e allora schiantatevi da qualche parte, vi si suggerisce);
- un quindicenne romeno è stato
aggredito a Firenze da due ragazzi italiani per la sua nazionalità;
- un uomo, Diouf, senegalese, è stato
ucciso da un poliziotto italiano.
E' di oggi la notizia di un altro stupro
a Bolsena per mano di un ex (italiano) e quella di un altro stupro di gruppo. A Vittoria, nella provincia siciliana di Ragusa. Esattamente in contrada Macconi. Chi conosce quella zona sa perfettamente che si tratta di luoghi di pomodori e ortofrutti in serra, di manodopera nordafricana e ultimamente rumena, di sfruttamento in caporalato a ore. Tutt'attorno una mentalità bigotta, che induce le donne a vergognarsi di essere state molestate piuttosto che a denunciare.
Che dire dunque: tra le tante cose negative di questi giorni forse di positiva ne avviene una e una soltanto. Alcune donne si sentono più legittimate a denunciare. Lo sono di più se gli stupratori sono stranieri e sono invece prese brutalmente di mira da amici, fun, parenti degli stupratori se sono italiani. Gli stupri e le violenze sono in rapporto di 7 a 3. Sette di italiani e 3 di stranieri. 9 a 1 il rapporto tra stupratori, femminicidi in famiglia e estranei.
Con amarezza possiamo dire che in questi giorni una donna su dieci forse sta riprendendo fiato. Delle altre nove ce ne freghiamo. Innanzitutto la ragion di stato.
Se le 9 donne su dieci, picchiate, massacrate, stuprate, da mariti, fratelli, padri, fidanzati, ex, amici, ci stanno leggendo: noi siamo qui anche per voi a raccontare un'altra verità. Non siete sole."
Ecco il link all'articolo nella sua posizione originaria: Non una di più? No. Forse, solo una su dieci.

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