lunedì 25 marzo 2013

BOLOGNA, 23 MARZO: CONTRO LA BOSSI-FINI E IL RAZZISMO ISTITUZIONALE


Si è svolta ieri a Bologna una grande manifestazione di migranti per chiedere l’abrogazione della legge Bossi-Fini che ormai da più di 10 anni ha ulteriormente peggiorato le condizioni di vita di tanti immigrati, ha appesantito le procedure per l’ottenimento del permesso di soggiorno, nonché i costi, ha introdotto un sistema chiuso e intollerante, in cui si rischia di essere rimpatriati per insufficienza di reddito o per la perdita del lavoro, un sistema di falsi asili politici, in cui non c’è posto per chi scappa da una guerra e della miseria.

Sono partiti in centinaia da Piazza XX Settembre: lavoratori, precari, disoccupati, donne, studenti, immigrati e non, per far sentire la propria voce e denunciare la situazione di milioni di persone la cui unica “colpa” è quella di non essere nati in una terra in cui comunque vivono, lavorano e pagano le tasse.

mercoledì 20 marzo 2013

SAMER ISSAWI E LA MADRE: DUE NUOVE LETTERE


Riportiamo il contenuto della lettera che Samer Issawi, prigioniero palestinese in sciopero della fame da oltre 230 giorni, di cui già avevamo parlato in un recente post, ha fatto divulgare attraverso la pagina Facebook del suo avvocato.

In merito all'offerta degli occupanti israeliani di deportarmi a Gaza, dico che Gaza è una parte indiscutibile della mia patria e la sua gente è la mia gente. Tuttavia, visiterò Gaza quando lo vorrò perché sento che è parte della mia patria, la Palestina, dove ho il diritto di viaggiare quando voglio dal profondo Nord al profondo Sud. Rifiuto con forza di essere deportato a Gaza perché questa è una pratica che riporta alla mente le espulsioni che noi palestinesi abbiamo dovuto subire nel 1948 e nel 1967.

lunedì 18 marzo 2013

“DIOS NO MATA”: IL PREMIO NOBEL PER LA PACE, ADOLFO MARIA PEREZ ESQUIVEL



«Il voto è libero ma che democrazia è questa fra tanta miseria?».

Saranno quattro le tappe che Adolfo Maria Pérez Esquivel, pacifista argentino e vincitore del premio Nobel per la Pace, dedicherà alla sua permanenza nel Nord-Est della penisola. Il 17, 18, 19 e 20 marzo, infatti, incontrerà la cittadinanza rispettivamente a Sarmeola di Rubano, Abano Terme, Padova-Vicenza e Udine per portare – nonostante i suoi ottantadue anni – una testimonianza di pace contro le ingiustizie sociali.

domenica 10 marzo 2013

LE DONNE PALESTINESI DELLA RESISTENZA


La città di Cagliari partecipa quest'anno, per la prima volta, alla “Israeli Apartheid Week” (IAW), un evento annuale, giunto alla IX edizione, che coinvolge città e Università in tutto il mondo con lo scopo di educare ed informare le persone, attraverso conferenze, proiezioni di film e dibattiti, riguardo la situazione di apartheid che lo Stato di Israele sta attuando da decenni, nei confronti dei palestinesi, all'interno dei territori occupati e in Israele.

Venerdì 8 marzo si è svolto, nell'aula magna della Facoltà di Scienze Politiche, un incontro-dibattito dal titolo “Le donne nella resistenza palestinese”, un tema importante, che ci fa vedere più da vicino volti, nomi e storie, che non possono e non devono rimanere nascosti. Donne che si trovano a dover affrontare una duplice lotta: da una parte la lotta per la resistenza del proprio popolo e dall'altra le lotte quotidiane della vita, nella famiglia, nel lavoro, nella politica, nella società.

In apertura dell'incontro è intervenuta in videoconferenza, l'attivista palestinese Leila Khaled. Nata ad Haifa nel 1944, è divenuta ormai un'icona femminile della resistenza palestinese. È stata la prima donna a partecipare ad alcuni dirottamenti aerei pacifici e dimostrativi alla fine degli anni '60, con lo scopo di catturare l'attenzione della comunità internazionale sulla situazione palestinese. Grande attivista e punto di riferimento per tante donne palestinesi, membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) e attualmente componente del Consiglio Legislativo Palestinese (il Parlamento palestinese).

mercoledì 6 marzo 2013

UNA DIVERSA LETTURA DEL SULCIS di Norma Baldino



Carbonia, 2 marzo 2013

Gentile lettore,

sono una dottoranda di 27 anni in Sociologia di Carbonia, che, passo dopo passo, si è conquistata da sola quello che pensava essere un traguardo impossibile in un contesto economicamente e socialmente svantaggiato come quello del Sulcis. Sono riuscita a realizzare, uno dopo l'altro, i miei sogni, scoprendo che essere nata nel Sulcis non è una colpa, ma può essere motivo di orgoglio. Per questo vorrei utilizzare questa lettera per mostrare che questa volta la tv italiana sulla vicenda Sulcis si sta sbagliando.