domenica 30 agosto 2009

IL RAZZISMO DELLE CRAVATTE

Siamo ancora in tempo per ascoltare con attenzione, nei nostri telegiornali nazionali, una delle notizie che più mi ha sconvolto in questi giorni: la scritta "Immigrati clandestini: torturali!!! É legittima difesa!" che impera a caratteri cubitali in una delle pagine di Facebook chiamata "Lega Nord Mirano", sottoforma di manifesto politico. Al di là dell'imponente network di contatti (oltre 400, leggo su La Repubblica) ed ai numerosi parlamentari leghisti, come ad esempio Roberto Cota e lo stesso Umberto Bossi, presenti tra gli amici, i nomi più noti del terzo partito italiano hanno subito preso le distanze dall'immagine incriminata e palesemente modificata dagli stessi loro elettori che la hanno resa disponibile sulla rete. Ciò che rende contraddittorio, se non estremamente pericoloso, tutti i termini della questione, è proprio la strategia utilizzata dal partito padano nelle più svariate occasioni (dalla stessa campagna elettorale fino alle recenti sfuriate estive - si pensi al dialetto o all'inno nazionale): ossia quella di creare all'interno dell'opinione pubblica degli schemi interpretativi fortemente xenofobi e di facile presa, aiutati per altro in questo da mass media a reti unificate e furbescamente pilotati, con lo scopo di creare un'identità politica da cui attingere il recente consenso che hanno dimostrato di avere. Il problema, che già sembra esserci, viene rafforzato ulteriormente quando il clima nato da queste strategie arriva a dover raccogliere i suoi frutti, o meglio quando orde di barbari elettori scadono in queste ed altre oscenità, restando fedeli alla linea di condotta palesemente professata nei comizi dai loro istigatori. Le parole d'ordine, a quel punto, saranno "smentire", "negare", o "prendere le distanze". Belle parole, utili a mantenere quella parvenza di istituzionalità che serve quando si ricoprono cariche di Stato, ma non abbastanza da consentire una severa autocritica rispetto al danno culturale provocato, incapaci invece di sedare il divulgarsi di determinati comportamenti. Ad un cittadino un pochino malizioso, come potrei essere io, viene anche da mettere in dubbio la stessa sincerità della presa di distanza da queste manifestazioni razziste, che anzi appaiono, alla luce di questa ipocrisia, come la conferma lampante del degrado valoriale in cui l'Italia sta divagando. Serviranno a poco le parole di condanna di Veltroni o della Sinistra Radicale, se un'Italia sempre più ignorante e plagiata non si accorge che il primo passo verso la denigrazione dell'essere umano viaggia dentro le parole di politici in giacca e cravatta.

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