sabato 24 aprile 2010

LEGA NORD: "TEST DI ITALIANO AGLI EXTRACOMUNITARI PER APRIRE NEGOZI"

Dopo lo show non-razzista, ma di estrema tolleranza, ribadito anche giovedì ai microfoni di AnnoZero in diretta da Adro, il popolo leghista ed i suoi arguti rappresentanti istituzionali tornano alla ribalta con nuove proposte shock sui temi dell’immigrazione: superare un test di lingua per chi vuole aprire un negozio in Italia. Stop alle insegne multietniche quindi, ma via libera alle scritte in dialetto (come se fossero vietate o qualcuno le volesse vietare…). Così mentre sul fronte politico il partito del Carroccio minaccia Berlusconi di ritirare il suo appoggio se il federalismo non va subito avanti, il PdL fa sapere di apprezzare tali proposte definendole “sagge”, tanto da mostrare addirittura “intelligenza”. Alle fondamenta dell’emendamento al decreto incentivi, c’è la tesi secondo la quale la salute dei cittadini sia strettamente collegata al fatto che i proprietari dei negozi possano comprendere la lingua e quindi applicare le regole riguardanti la tutela dei consumatori. Il pacchetto di emendamenti però non è confinato a queste sole mozioni, si allarga infatti a tutta una serie di proposizioni in difesa dell'italianità e in particolare delle tradizioni locali arrivando a immaginare assunzioni circoscritte ai cittadini comunitari e la possibilità di chiudere quelle attività che mettono in pericolo la tipicità culturale e storica. Immediata la risposta del PD: “La Lega vuole un esame d'italiano per gli stranieri che intendono aprire un negozio? A sentire molti degli esponenti del Carroccio che vanno in tv, in primo luogo i sindaci, un corso d'italiano con relativo esame sarebbe utile proprio per tanti leghisti.”. “Visto che la Lega utilizza il decreto incentivi per far passare questo provvedimento - continua Di Giovan Paolo, senatore del Partito Democratico - gli incentivi dovrebbero andare a quelle associazioni che gratuitamente insegnano l'italiano agli stranieri e che fino a qualche decennio fa insegnavano invece agli italiani immigrati la lingua del paese dove questi andavano a lavorare. E visto che parliamo d'incentivi, diamoli anche all'università italiana, minata dai tagli della Gelmini.”. Il reclamo del partito del Nord arriva subito dopo lo scontro interno al Popolo della Libertà, ed in particolare tra il suo leader e la neonata corrente che fa seguito a Gianfranco Fini, quasi a voler, per usare le parole della Finocchiaro, “battere un colpo” per ricordare il suo peso dentro alla maggioranza. “E non può che farlo alla maniera leghista, cioè ricorrendo al suo cavallo di battaglia preferito: il razzismo contro i cittadini extracomunitari.” prosegue Anna Finocchiaro, Presidente dei Senatori del PD. “Le novità di giornata - dice - un test di italiano per gli immigrati che aspirano a fare i commercianti, lo stop alle insegne multietniche, la priorità ai cittadini dell'Unione Europea per le assunzioni nelle aziende. Strano davvero questo attaccamento all'italiano da parte di chi auspica la secessione della Padania. Forse gli amici leghisti, scrivendo questi emendamenti, non avevano per le mani un manuale di storia per la maturità: non sono misure originali, ci ha già pensato qualcuno prima di loro, in un ventennio non proprio felice della storia d'Italia. Mi pare evidente che la fibrillazione all'interno della maggioranza di governo è appena cominciata. E che invece di preoccuparsi dei problemi reali delle persone reali, come il lavoro e la crisi economica, ogni componente tira acqua al suo mulino.”. Dello stesso avviso anche gli esponenti della Confcommercio, secondo i quali quella della Lega è “una provocazione ridicola, ciò che serve è la formazione per quanti, extracomunitari o europei, intendano diventare imprenditori in Italia”. “A quanti, extracomunitari o meno, vogliano avviare un' attività imprenditoriale, aprendo un negozio o un ristorante, vanno insegnate le nostre regole igienico-sanitarie, di educazione e civiltà occidentali che spesso sono molto diverse dai quelle dei paesi di loro provenienza e non limitarsi a fargli esporre insegne in bergamasco. Per garantire l'integrazione, è necessario formare e non discriminare.”. In ogni caso, per quanto sottoposte ad unanime condanna, le parole del partito guidato da Umberto Bossi continuano a far parlare di sé e, forti del loro consenso, continuano a cavalcare la paura e la crisi economica.

1 commento:

  1. Passare dalla logica del diritto a quella del privilegio. Qualcuno è convinto che conviene a "noi italiani". Glielo ha detto la Lega, glielo ha detto Berlusconi. Ma, in realtà, è molto meglio l'abito semplice del diritto, perché non c'è niente sotto il privilegio, non c'è niente sotto il mantello splendente.

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