sabato 16 aprile 2011

RADAR A CAPO SPERONE

Punta sud dell’isola di Sant’Antioco, sud-ovest della Sardegna. Capo Sperone, zona protetta dal Piano paesaggistico regionale, rischia oggi di essere deturpata dalla presenza di un radar che verrà installato con la funzione di individuare imbarcazioni veloci di piccole dimensioni e contrastare così la cosiddetta immigrazione clandestina. Il radar anti-migranti, già impiegato a Capo Murro di Porco - all’interno dell’area marina “protetta” del Plemmirio di Siracusa in una delle aree più pregevoli della costa siciliana sotto il profilo ambientale, paesaggistico ed archeologico – altro non è che un traliccio di 36 metri capace di individuare degli scafi sino ad una distanza di 50 chilometri. Prodotto da Almaviva, uno degli attori privati chiave nel campo delle politiche “securitarie” e di guerra ai migranti che osano solcare il Mar Mediterraneo alla ricerca di una vita migliore, l’antenna intercetterà dei dati che verranno poi inviati al Centro di comando e controllo generale della Guardia di finanza da cui partiranno le operazioni aeree e marittime di respingimento.



La consigliera regionale Claudia Zuncheddu (Sel-Comunisti-Indipendentistas) denuncia in una interrogazione rivolta al Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e agli assessori all'Ambiente, alla Sanità e all'Urbanistica, i rischi che potrebbe causare all’ecosistema locale e alla salute delle popolazioni residenti la presenza del potente fascio di onde elettromagnetiche provocate da “su Semafuru”, com’è stato già rinominato il radar. «L'ex postazione militare della seconda guerra mondiale - scrive la Zuncheddu - era stata dismessa alla fine degli anni Cinquanta e si pensava di poterla trasformare in una struttura turistica capace di sfruttare l'irripetibile valore naturalistico-ambientale del territorio. In particolare si chiede di conoscere: quali criteri abbiano portato la Regione a cedere il bene in comodato d'uso alla Guardia di Finanza; se sia stato esaminato il progetto e se sia stata fatta una verifica preventiva delle emissioni elettromagnetiche; in tal caso, quali sono stati i risultati». Intanto, su Facebook si è costituita una rete di contatti che ha organizzato per sabato 16 aprile (nella zona ex Sardamag) una manifestazione per mobilitare la società civile contro la costruzione del radar.

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