domenica 18 settembre 2011

HISHAM ZREIQ SU AEOLO

Piccolo spazio commerciale.

Sull'ultimo numero della rivista Aeolo (http://www.aeolo.it/), il VII, è presente la mia intervista a Hisham Zreiq, regista e artista palestinese. Per abbonarsi, sul sito c'è una pagina apposita: il costo è di 10-12 euro per due uscite con la spedizione compresa. Il tema di questa pubblicazione è il "Queer", ossia quello della Identità intesa come il rifiuto delle etichette che spesso sono causa di pregiudizio e discriminazione. Per questo motivo viene data voce a tutte quelle comunità e identità - come la comunità gay in Italia o le minoranze etniche - che troppo spesso vengono censurate o addirittura cancellate dalla coscienza universale. «Le numerose collaborazioni di importanti studiosi, artisti e attivisti arricchiscono questo numero e muovono di un passo le pedine verso la libertà; quella dell’essere ciò che si è ed essere riconosciuto/a come tale. Tra i collaboratori  di questo numero vi sono anche Vauro Senesi, Anna Camaiti Hostert, Cristina Gramolini, Giovanni Dall'Orto, Ivan Buttignon, Stefano Brugnolo, Aronpuro Kari e Wally Rainbow». É inoltre possibile già da ora leggere il numero precedente, Criminalità organizzata, presente sul sito con l’intervista inedita a Massimo Ciancimino e altri protagonisti dell’inchiesta sulla mafia in Italia.

Una piccola preview della mia intervista:

Hisham Zreiq è un artista, film-maker e poeta palestinese. Nato a Nazareth nel 1968, dove è cresciuto ed ha studiato informatica e matematica, ha lavorato come ingegnere informatico prima di trasferirsi in Germania nel 2001 dove tutt'ora vive e lavora. Nel 1996 ci fu la sua prima esibizione e da allora esibisce le sue opere in molte gallerie e musei. Non esistono confini tra la sua visual art, la sua poesia e i suoi film: tutto è mischiato insieme. Per maggiori informazioni è possibile visitare il suo sito personale, http://hishamzreiq.com/, in cui si possono trovare tutti i collegamenti e i contatti utili.
 
All’Ard Al Doc Film Festival di Cagliari hai presentato due tuoi cortometraggi: “Just Another Day” e “The Sons of Eilaboun”. Parlaci di questi due progetti.
 
"Just Another Day" è un cortometraggio che racconta la storia di uomo arabo in Europa, dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre. Il film ha luogo nel suo appartamento, in un luogo qualunque in Europa, ed offre un resoconto stroboscopico di un giorno nella vita dell'uomo: un giorno triste anche perché la sua donna l'ha lasciato proprio perché lui è arabo. Un giorno come un altro che riflette le difficoltà post 11 settembre per gli arabi in Occidente.


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