martedì 27 dicembre 2011

RESISTERE ALL'OCCUPAZIONE: INCONTRO CON MOUSA ABU MARYA, PRESIDENTE DEL PALESTINE SOLIDARITY PROJECT

"Resistere all'occupazione", pratiche di resistenza all'occupazione israeliana: la lotta non-violenta del Palestine Solidarity Project, la campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS Movements) contro Israele e l'esperienza di lotta unitaria in Palestina/Israele degli "Anarchici contro il muro". Martedì 8 novembre 2011 al Collegio Raffaello (P.zza della Repubblica, Urbino). All'incontro è stato presente Mousa Abu Marya, presidente del Palestine Solidarity Project.

LETTERA DEGLI STUDENTI E DELLE STUDENTESSE DI GAZA ALLE UNIVERSITA’ EUROPEE: APPELLO AL BOICOTTAGGIO ACCADEMICO DI ISRAELE.


Noi studenti palestinesi della Striscia di Gaza desideriamo inviare un messaggio a tutti i gruppi di studenti europei in solidarietà con i Palestinesi a fare tutto il possibile per aumentare, durante quest’anno accademico, la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele.


Ribadiamo inoltre il nostro sostegno al recente appello della società civile palestinese, di cui siamo firmatari, di porre fine a tutte le collaborazioni tra le università europee e quelle israeliane. I centri di ricerca nelle istituzioni accademiche israeliane sono attivamente coinvolti nell’alimentare l’enorme industria israeliana delle armi e gli strumenti di occupazione militare e di assedio. È questo apparato di violenza che rende così difficile studiare a Gaza, per non parlare delle fatiche quotidiane e della tragedia delle politiche israeliane di apartheid. Noi, quindi, lanciamo un appello per porre fine a tale accondiscendenze in tutti i campi universitari con i diretti complici dei crimini di guerra e della sottomissione coloniale di tutti noi, del popolo palestrinese di Gaza, della Cisgiordania, della Palestina del 1948 e di tutta la Diaspora.


Questo è un momento cruciale perché noi, giovani di Gaza, vediamo degli scorci del movimento internazionale di massa che siamo certi un giorno ci porterà alla liberazione, alla giustizia, all’uguaglianza, che ci è stata negata per così tanto tempo. Ogni università che partecipa al boicottaggio, al disinvestimento e alle sanzioni contro il regime di apartheid di Israele, sta dalla parte giusta della storia, nello stesso modo in cui gli studenti hanno rappresentato un ruolo importantissimo nel boicottaggio del terribile regime sudafricano di apartheid fino alla sua caduta, nel 1994.


Tuttavia da allora l’apartheid contro i Palestinesi si è radicato e consolidato sempre di più. In risposta, il nostro appello per il boicottaggio firmato da oltre 170 organizzazioni della società civile palestinese nel 2005 è stato un parafulmine per tutti coloro che si identificano con la nostra situazione. Quando ha approvato il boicottaggio e la fine dei legami tra l’Università di Johannesburg e quella di Ben Gurion (BGU) quest’anno, il primo del suo genere, l’arcivescovo Desmond Tutu, ha detto: “Mentre i palestinesi non sono in grado di accedere a università e scuole, le università israeliane producono la ricerca , la tecnologia, i dibattiti e i leader per il mantenimento dell’occupazione. BGU non fa eccezione. Mantenendo legami sia con le forze di difesa israeliane e con l’industria delle armi, BGU supporta strutturalmente e facilita l’occupazione israeliana.”


Non esisteva negoziazione con tale oppressione basata sulla razza - c’era solo una sola parola: BOICOTTAGGIO. Proprio come gli studenti di tutto il mondo hanno iniziato a vietare dai loro campus le Banche Barclays per i loro investimenti nel Sud Africa dell’apartheid del 1980, quest’anno vi chiediamo di adottare misure simili per porre fine alla sistematica brutalità di Israele. Per dire “Non saremo più complici!”, nei decenni di pulizia etnica, di occupazione militare, di blocco medievale che ha causato così tante tragedie e sogni infranti per i nostri giovani e studenti.


Fino ad ora i nostri spiriti sono stati sollevati dagli sforzi BDS nelle università europee, esemplificati dal Kings College dove gli studenti e gli accademici hanno iniziato una campagna contro la collaborazione nella ricerca tra la loro università e Ahava, l’azienda cosmetica con sede in una colonia illegale. Tali campagne a lungo termine sono ciò che è richiesto, la punta di diamante della resistenza internazionale. Vi chiediamo di fare tutto ciò che serve per isolare Israele fino a quando non rispetterà il diritto internazionale e non accetterà le promesse fondamentali dei diritti umani e dell’uguaglianza per tutti, compresi noi palestinesi.


Quest’anno è nelle vostre mani, per vedere una svolta in tutti i campus dei paesi occidentali, che finora consentono la continuazione dei crimini del regime israeliano contro di noi. Ci auguriamo che voi poniate la campagna BDS tra le vostre priorità e che vi uniate con noi per la Settimana dell’Apartheid israeliano, il pinnacolo di azione tra le università di tutto il mondo. E mentre le pareti intorno a noi ci impediscono di incontrarvi personalmente, abbiamo molti studenti e giovani felici di partecipare a conferenze Skype ed ad altre collaborazioni. Noi vi diamo tutta la nostra solidarietà e vi auguriamo di renderci orgogliosi di voi quest’anno.



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