venerdì 7 ottobre 2011

KISSA QANI E L'INFORMAZIONE ITALIANA

Car* lettrice/ore,

come avrai ampiamente appreso dai maggiori social network e dal comunicato diffuso da Wikipedia Italia, il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni il cosiddetto DDL intercettazioni.
Tale proposta di riforma legislativa, nel comma 29, «prevede (…) l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine», come si legge nella nota di Wikipedia. In parole povere: se un soggetto sente di essere stato leso nella sua immagine, vera o falsa che sia l’affermazione contenuta sul sito web, ottiene che il suddetto sito pubblichi una rettifica entro le 48 ore e senza alcun commento. Questo non vale, chiaramente, solo per Wikipedia, ma anche per tutte le testate on-line registrate che fanno informazione tutti i giorni sulla rete. Ma in che direzione va questo provvedimento? Sicuramente si pone, senza malizie, a salvaguardia della reputazione, dell'onore e dell'immagine di ognuno. Volendo continuare ad usare le parole degli utenti dell’enciclopedia online, come abbiamo fatto fino ad ora, «ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall'articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione» e che rimette il giudizio ad un Giudice terzo ed imparziale, non unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato come fa, invece, questa norma.

Noi siamo piccoli blogger, di una piattaforma partecipativa neonata ed embrionale che ha, ancora, una scarsa visibilità. Nella speranza che gli emendamenti proposti al disegno di legge possano essere approvati in via definitiva, ci sentiamo il dovere di esprimere seria preoccupazione per quello che sta succedendo all’informazione italiana e che - in nome di non si sa cosa - venga sacrificata la nostra possibilità di conoscere. Ci sentiamo di parlare non solo a nome nostro, che siamo piccoli e del tutto ininfluenti, ma anche a nome di tutti quei blog e quelle testate giornalistiche che – lontano da finanziamenti pubblici e privati – lavorano sodo tutti i giorni per rendere un’opinione pubblica più consapevole di ciò che succede intorno ad essa.

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