giovedì 12 luglio 2012

HISHAM ZREIQ: ARTISTA PALESTINESE E AUTORE DI "THE SONS OF EILABOUN"



[Questa intervista, di cui sul Bazar è uscita solo la preview, è stata pubblicata integralmente sulla rivista Aeolo]

Hisham Zreiq è un artista, film-maker e poeta palestinese. Nato a Nazareth nel 1968, dove è cresciuto ed ha studiato informatica e matematica, ha lavorato come ingegnere informatico prima di trasferirsi in Germania nel 2001 dove tutt'ora vive e lavora. Nel 1996 ci fu la sua prima esibizione e da allora esibisce le sue opere in molte gallerie e musei. Non esistono confini tra la sua visual art, la sua poesia e i suoi film: tutto è mischiato insieme. Per maggiori informazioni è possibile visitare il suo sito personale, http://hishamzreiq.com/, in cui si possono trovare tutti i collegamenti e i contatti utili.


All’Ard Al Doc Film Festival di Cagliari hai presentato due tuoi cortometraggi: “Just Another Day” e “The Sons of Eilaboun”. Parlaci di questi due progetti.
"Just Another Day" è un cortometraggio che racconta la storia di uomo arabo in Europa, dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre. Il film ha luogo nel suo appartamento, in un luogo qualunque in Europa, ed offre un resoconto stroboscopico di un giorno nella vita dell'uomo: un giorno triste anche perché la sua donna l'ha lasciato proprio perché lui è arabo. Un giorno come un altro che riflette le difficoltà post 11 settembre per gli arabi in Occidente.
The Sons of Eilaboun è un film più personale, è un documentario che narra la storia di mio padre all'età di nove anni, ed è un film scaturito dalle lacrime di mio padre, mentre ci raccontava la storia. Non era la prima volta che raccontava la storia, ma era la prima volta che piangeva. La storia inizia il 30 ottobre 1948, quando l'esercito israeliano fece irruzione nel suo villaggio e massacrò 14 giovani uomini, uno dei quali era suo fratello, e alcuni degli altri suoi cugini, e gli abitanti del villaggio vennero costretti a lasciare la loro terra per il Libano. Questo fu solo l'inizio di ciò che lui ha dovuto affrontare, l'inizio di un lungo incubo. In questo incubo mio padre è stato testimone del massacro di circa 50 giovani uomini, i quali furono costretti ad abbandonare le loro armi, e nel momento in cui lo fecero furono assassinati a sangue freddo davanti agli abitanti di due villaggi, il loro villaggio ed Eilaboun. Un suo coetaneo venne sparato mentre stava parlando con lui di giochi, il sangue di una donna che sedeva vicino a lui gli schizzò in faccia, dopo che i soldati le avevano sparato alla mano.

Stai pianificando altri progetti?
Sì, sto pianificando altri progetti, sto finendo l'editing di un cortometraggio chiamato "Before you is the sea", e scrivendo un nuovo screenplay per un altro cortometraggio, ma la cosa più importante che sto attualmente pianificando e finendo è una migliore e più lunga versione di "The Sons of Eilaboun". Questi sono i progetti pianificati per ora, ma il mio sogno è quello di filmare un lungometraggio con la storia di “The Sons of Eilaboun”.

Qual é il tuo punto di vista sul cinema arabo?
Sta diventando sempre più importante nella scena mondiale. Il cinema arabo si sta sviluppando, in particolar modo il cinema palestinese. Il problema è l'accettazione, dalla maggior parte del mondo, del cinema arabo, il quale è condizionato. Il film non deve dire tutta la verità politica, se il film è forte e mostra la realtà politica, normalmente viene ignorato e non ottiene nessuna visibilità.

Cosa pensi, ad oggi, della situazione in Palestina? Dopo gli sconvolgimenti in nord Africa, come può cambiare la situazione in Medioriente?
Non credo che ciò che sta succedendo nel mondo arabo cambierà qualcosa. É come le rivoluzioni colorate nell'Europa dell'est, aiutano i potenti (USA e Europa) ad installare governi leali. Ciò significa che solo i potenti avranno benefici da ciò che sta accadendo, non le persone che vivono in quei paesi e neanche i palestinesi. Un buon esempio per questo è l'Egitto, che ha ancora esattamente la stessa relazione con Israele e continua a vendergli il gas a un prezzo molto inferiore rispetto a quello di mercato. Tutto ciò non cambierà e gli egiziani non avranno una vita migliore e libera. Gaza è ancora sotto assedio.

Cosa pensi riguardo all’intervento in Libia della “comunità internazionale”?
L'intervento della comunità internazionale, o più correttamente della NATO è veramente pessimo, e ciò che è ancora peggio sono i media che nascondono la verità di ciò che succede realmente. Questo intervento è una storia come Iraq, Yugoslavia, loro attaccano la Libia per il petrolio, e per proteggere i loro interessi, e alla fine uccidono sempre più persone. Se loro sono davvero buoni e vogliono aiutare la gente come dicono, perché non intervengono quando Israele attacca il Libano e Gaza? Perché non intervengono negli attacchi attuali su Gaza che avvengono parallelamente agli attacchi in Libia? Non so dei media in Italia, ma in Germania non parlano degli attacchi su Gaza che uccidono molte persone, e non parlano delle morti che la NATO sta causando in Libia, ma parlano delle morti causate dal governo libico, e non sono neanche sicuro che sia la verità. In breve l'intervento in Libia è pura ipocrisia.

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