Se vi siete mai chiesti cosa fanno i tanti paesi che compongono il globo terrestre durante i vari g8, g10 e g20, la risposta è presto data. Si riuniscono nel NAM, il vertice del movimento dei paesi non allineati.
Molto probabilmente chi ogni giorno consuma il pranzo con la televisione accesa per informarsi sulle notizie del paese e del mondo non ne ha mai sentito parlare. Eppure si tratta di un vertice che coinvolge ben 137 paesi. E’ molto strano, infatti, che mentre una riunione tra otto capi di Stato o di governo impegni per un mese i vari TG e quotidiani di tutto il mondo, nessuno dica nulla di un vertice che conta oltre 120 partecipazioni. Per rendere meglio l’idea sull’importanza del movimento basta osservare questa cartina geografica che rappresenta chi, direttamente o come semplici osservatore, è coinvolto nel NAM.
Appare chiaro che a imporre la propria volontà non è la maggioranza degli stati bensì la minoranza. Bisognerà a questo punto rivedere la mappa dei paesi democratici o rivedere direttamente il concetto stesso di democrazia.
Ma
cosa è il NAM?
Si
tratta dell’anagramma di Non-Aligned Movement, letteralmente
movimento dei non allineati.
La
nascita del movimento viene fatta risalire al 1956, in Indonesia, con
l’adesione iniziale dei 29 paesi partecipanti alla conferenza di
Bandung in cui si discuteva della situazione di povertà in cui
versavano i paesi non coinvolti nella guerra fredda. Paesi che
decisero di unirsi per opporsi alle decisioni economiche e di
politica internazionale che ritenevano subire da quello che veniva
indicato come “Nord del mondo”. Parlare di non allineamento non
deve far confondere il progetto NAM, non si tratta di una sorta di
anticonformismo o uscita dagli schemi se si considera che è
inevitabile essere allineati ad un pensiero ad un costume, etc. Il
movimento nacque invece lo scopo di gridare al mondo che la politica
internazionale non si fermava nei due blocchi occidentale e sovietico
ma c’erano anche tanti altri paesi non compresi nei confini di
queste due forze che nel portare avanti la propria politica ed
economa avevano la necessità di confrontarsi con le altre forze e
decalcare il disegno geografico mondiale anche sul piano politico in
un’ottica di “coesistenza politica”. Questo sarà proprio uno
dei punti di base su cui ruoterà tutta l’attività del movimento
. Nel 1961 si tenne a Belgrado il primo vertice ufficiale, in
breve tempo aderirono altri paesi, dall’Egitto nel 1964 alla Serbia
nel 2011, facendo crescere vertiginosamente il numero dei paesi
aderenti. Oggi il NAM può contare la partecipazione effettiva di 120
paesi più 17 osservatori che appoggiano il movimento.
Quest’anno,
proprio negli ultimi giorni di Agosto, si è tenuto un altro incontro
e i temi sono stati particolarmente caldi: disarmo nucleare; riforma
dell’ONU; questioni regionali e crisi siriana; diritti umani.
Strano
a dirsi ma è proprio il più grande paese democratico del momento,
quello che s’impegna attivamente negli altri stati per offrire
lezioni di democrazia, ad aver ostacolato in tutti i modi il vertice
di Teheran. É stato l’Iran, infatti, il paese ospitante
quest’anno, che ha anche ricevuto il testimone della presidenza
del movimento per i prossimi tre anni. A Washington, dopo questa
notizia, sono scattati tutti i segnali d’allarme. Per prima cosa
sono state chieste spiegazioni sulla scelta del paese ospitante e il
neo-Presidente egiziano Mohamed Morsi col
segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon sono stati
cortesemente invitati a non recarsi a Teheran
per l’incontro.
Gli
USA si sono preparati all’evento invitando
i vari paesi importatori a non acquistare il petrolio iraniano e
organizzando per l’1 Luglio un blocco delle transazioni petrolifere
con la minaccia di azioni contro i paesi che avessero violato tale
blocco. Sempre per la stessa data inoltre, per assicurarsi la buona
riuscita dell’evento, è stato disconnesso l’Iran dalla rete
SWIFT tramite la quale si svolgono importanti scambi finanziari in
via elettronica. É proprio finanza che ha impedito una reale
affermazione del NAM che ha subito un forte controllo tramite il
controllo della finanza globale nelle mani di Wall Street, FMI e
banca internazionale.
Questa
volta però i tentativi non hanno avuto l’esito che si sperava. Il
vertice si è tenuto regolarmente. Sia Ban Ki-Moon che Mohamed Morsi
sono stati presenti alla riunione. Il
NAM inoltre ha avuto un grande appoggio dalla Cina, dalla Russia (che
non compare tra i paesi osservatori) e America meridionale, i quali
hanno anche ignorato totalmente il blocco degli acquisti di petrolio
verso l’Iran. A questo si aggiunge che nonostante l’occupazione
militare in Iraq e Afganistan questi due paesi, continuano ad avere
numerosi rapporti con l’Iran. L’Afghanistan soddisfa metà del
suo fabbisogno di petrolio acquistandolo dall’Iran, l’Iraq per
via dell’assenza di uno sviluppo industriale si rifornisce in Iran
dei vari prodotti di cui necessita la sua popolazione. Gli USA sanno
anche che l’Iraq con una certa frequenza permette all’Iran
l’attraversamento del suo spazio aereo.
Molti
studiosi leggono in tutto questo i sintomi di una fatica dell’America
a mantenere la sua posizione di dominio e l’inizio di una sua
inversione di rotta da paese isolante a paese isolato. Sempre secondo
alcuni osservatori della politica internazionale l’America inizia a
rendersi conto di quanto siano carenti lo loro capacità di far
conseguire agli interventi militari una fase costruttiva dai punti
di vista sociale e politico e i vari paesi proseguono per la loro
strada senza, apparentemente, sentire il contraccolpo della presenza
militare per le strada. Per metterla in termini economici ai costi
sostenuti per questi interventi non corrisponde il risultato utile
sperato.
Per
il momento i fedeli al paese a stelle e strisce contribuiscono
mettendo sotto il tappeto questi movimenti e concentrando le
attenzioni su altri argomenti.
Sarebbe
bello poter leggere in tutto ciò la forza di una minoranza che
riesce a far valere le sue posizioni sulla maggior parte dei paesi,
ma la realtà è che essere in minoranza non significa
automaticamente essere in una posizione debole e così ancora per
qualche tempo la sfida tra G8 e NAM120+17 verrà vinta dai primi.
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