venerdì 22 febbraio 2013

L'ACQUA ALLA FINE DEL MONDO: IL NUOVO PROGETTO DI ELVIRA CORONA



L'acqua alla fine del mondo” è il nuovo reportage che Elvira Corona - già autrice del libro “Lavorare senza padroni” - vorrebbe realizzare attraverso il crowdfunding.


Di cosa si tratta? Come funziona?

All'interno del sito produzionidalbasso.com è possibile, ancora per una settimana, acquistare una quota (10 euro) delle 300 che la giovane giornalista free lance ha messo a disposizione. L'acquisto della quota comporta il diritto di ricevere l'e-book in esclusiva e in anticipo rispetto alla pubblicazione del reportage cartaceo. I soldi ricavati con le quote verranno impiegati nella realizzazione del progetto. Questo, è bene ricordarlo, potrà partire non appena verrà raggiunta la soglia dei 3 mila euro che serviranno per viaggio in classe economica, per gli spostamenti con i mezzi pubblici e per il soggiorno di circa un mese negli ostelli. I nomi dei sostenitori del progetto, inoltre, saranno elencati sul libro cartaceo.


Su cosa verrà sviluppato il reportage? Perché sostenerlo?

Il contesto è quello del Cile, dall'Aysen all'Atacama, un paese che sta attraversando negli ultimi anni un periodo di forti rivendicazioni per quel che riguarda i beni comuni, non solo l'acqua e la difesa dell'ambiente, ma anche le manifestazioni degli studenti che chiedono un'istruzione pubblica di qualità. Il lavoro aiuterà l'autrice a raccogliere le storie delle persone che dovrebbero rinunciare alle loro case, terre, fiumi e a quel paradiso naturale che è la Patagonia, per fare spazio alle dighe che la società HidroAysen (con la partecipazione di Enel) vuole costruire. Scopo dichiarato per la costruzione delle dighe è quello di fornire più energia elettrica al paese, ma sono in molti a dire che l'energia in realtà non è necessaria all'uso civile ma verrà destinata principalmente alle miniere del nord del Cile di proprietà delle multinazionali, dove lavorano anche minatori sfruttati, che ogni giorno mettono a rischio la loro vita per guadagnarsi da vivere. La zona che beneficerebbe maggiormente dell'energia elettrica prodotta è proprio quella del nord, attraversata appunto dal deserto di Atacama. In questa zona si trova la miniera nota alla cronaca perché nell'agosto del 2010 rimasero intrappolati i 33 minatori cileni. Da quando questo progetto è stato reso pubblico, la società civile si è mobilitata per cercare di bloccarlo e a tutt'oggi, in mezzo a una selva di provvedimenti, concessioni, e dubbi coinvolgimenti delle istituzioni i lavori non sono ancora partiti.

Per maggiori informazioni e per prenotare una quota, cliccate sul link:
http://www.produzionidalbasso.com/pdb_1959.html
Affrettatevi, restano solo 75 quote!

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