mercoledì 18 gennaio 2012

ABDOU É LIBERO



Abdou Lahat Diop è un uomo libero. Risultato importante per il comitato sardo “Stop Opg”, che continua la campagna per l'abolizione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Da oggi Abdou Lahat Diop può sentirsi nuovamente un uomo libero. Il giudice del tribunale di Oristano ha pronunciato una sentenza di assoluzione perché al momento del fatto Abdou non risultava in grado di intendere e di volere. Ora Abdou Lahat è un cittadino libero a tutti gli effetti. Nei prossimi giorni tutte le organizzazioni aderenti al comitato metteranno in campo iniziative di raccolta fondi per sostenere le spese legali e organizzative.
L'avvocato Dario Sarigu, legale di Abdou, durante l'udienza ha presentato la richiesta di disponibilità ad accogliere temporaneamente Abdou Lahat Diop presso la struttura residenziale del centro sardo di solidarietà - associazione "l'Aquilone" di Cagliari. Il presidente dell'associazione "L'Aquilone" Don Carlo Follesa, sensibile alle istanze del comitato, in presenza dei rappresentanti del comitato sardo "Stop Opg" Gisella Trincas e Roberto Loddo, ha sottoscritto il documento di disponibilità all'accoglienza temporanea di Abdou per tutto il periodo della libertà vigilata senza prescrizioni. Importante il sostegno della comunità senegalese, di tutte le organizzazioni e i liberi cittadini sensibili al rispetto dei diritti civili che hanno sostenuto le iniziative di mobilitazione. Altissima deve ora restare la vigilanza e la segnalazione di casi simili perché fino a quando non chiuderanno definitivamente gli Opg nessun cittadino deve essere più internato.
Il 26 gennaio il comitato sardo "Stop Opg" sarà a Roma, alla riunione del comitato nazionale, per avviare la campagna “Un Volto, Un Nome”, perché sono ancora 35 i cittadini sardi ancora internati negli OPG della penisola. Un orrore che deve essere cancellato definitivamente dal Governo e dal Parlamento. Per questo motivo si chiede che la Regione Sardegna, insieme alle Asl e i Dipartimenti di Salute Mentale, si mobilitino per assistere e curare i nostri cittadini sardi internati nei propri luoghi di residenza, evitando così che il loro ritorno avvenga attraverso la costruzione di "piccoli manicomi" mascherati da strutture terapeutiche. L'accoglienza deve essere connessa alla reale attivazione di progetti e percorsi individuali di recupero e reinserimento sociale.


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